Di Redazione 15 Agosto 2023
Per il capo della Direzione distrettuale antimafia di Bari, Roberto Rossi “il problema non è chi vincerà ma come. Qualcuno prova a minimizzare. Bisogna fare fronte comune”
“Il problema non è chi vince, ma come”. Lo ha detto il capo della Direzione distrettuale antimafia di Bari, Roberto Rossi intervistato da Repubblica Bari in vista delle elezioni comunali di ottobre a Foggia.
Dopo lo scioglimento per mafia del Consiglio comunale foggiano nel 2021, è tempo di tornare al voto dopo il commissariamento. “Lo Stato ha reagito dopo anni di colpevoli sottovalutazioni – ha dichiarato Rossi -. Il rischio è un’ondata di ritorno”. Secondo Rossi lo Stato ha finalmente colpito in maniera significativa gli affari dei boss: “Con gli arresti, con le interdittive antimafia, colpendo i clan alla cassa e contemporaneamente aggredendo chi con la mafia si è arricchito. Ma c’è qualcuno che prova a minimizzare. A dimenticare. Bisogna fare fronte comune, non sono possibili ambiguità”.
Rossi ha anche ricordato che per molto tempo i clan “si sono raccontati come ‘mafia dei pastori’ mentre chiudevano affari da milioni di euro, mentre chiudevano patti di ferro con gli albanesi, tra i narcos più potenti al mondo, inondando l’Italia di droga e armi”. Ha poi citato la recente inchiesta “Game Over” che ha smantellato il business degli stupefacenti nella città di Foggia.
“Somigliano forse ai corleonesi che non hanno alcun problema a sparare e uccidere. Ad ammazzare i bambini. Poi però è anche familistica come la ‘Ndrangheta mentre la mafia garganica assume violenza come un fatto naturale. Ma sono anche imprenditori all’avanguardia: usano sistemi criptati che ci hanno messo in difficoltà. Utilizzano i social per le comunicazioni ma anche, come fanno altri gruppi criminali, per diffondere messaggi con l’ambizione di essere egemonia culturale. È una mafia in grado di avere grandi relazioni: l’evasione di MR, scappato dal supercarcere di Badu e Carros, e ancora latitante, è purtroppo l’esempio di cosa sono, di quanto siano pericolosi, di cosa dobbiamo combattere”.
Infine, sulla politica: “Abbiamo prove della capacità di infiltrazione di questa mafia molto forte all’interno non tanto nel mondo politico, ma nelle strutture burocratiche. Questo ha comportato un problema per i commissari nominati dal Governo intervenuti a doverle modificare: polizia locale imparentata in maniera stretta con gente dei clan oppure dirigenti amministrativi totalmente nelle mani dei gruppi criminali come è avvenuto di recente a Orta Nova, ultimo dei Comuni sciolti”.